Il pensiero di Carlo Arnaldi incontra la filosofia dello yoga


"Yogas citta- vritti-nirodhah" lo spegnimento dei turbinii mentali.

La scienza dello yoga è una sola e come le varie branche della medicina non formano differenti scienze mediche, ugualmente le varie suddivisioni dello yoga non costituiscono differenti scienze yogiche.

Lo yoga ci porta ad una profonda trasformazione che coinvolge tutto il nostro essere, partendo dal presupposto che abbiamo perso la comunione con la natura, ci porta a ritrovare, attraverso una disciplina sociale interiore, questo senso di appartenenza al tutto, ci insegna a stare con noi stessi con le nostre gioie e sofferenze. E' una disciplina che ci educa a rispettare il nostro corpo a purificarlo attraverso un'alimentazione corretta, pratiche corporee (asana), pratiche di respirazione (pranayama) e pratiche di meditazione a contatto con la natura.

Lo yoga ci può aiutare a vivere godendo dell'attimo presente, a trovare una maggiore armonia con noi stessi, far sviluppare una grande forza di volontà, in quanto si allena la resistenza sia interiore che esteriore.

La filosofia dello yoga può avere un parallelismo con la filosofia di Carlo Arnaldi il quale sosteneva la necessità di purificare il corpo attraverso una corretta alimentazione, tralasciare abitudini scorrette di vita per ritrovare un’armonia con se stessi e la natura.

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Asana, respirazione e meditazione.

Per fare ciò vengono eseguite sequenze di Asana (posizioni) che richiedono una intensa concentrazione per renderci consapevoli dei più piccoli tessuti del corpo. La pratica delle asana (posizioni) è destrutturante e opera un processo di trasformazione della stessa coscienza perché favorisce il transito da una consapevolezza superficiale ad una coscienza di profondità.

La pratica dello yoga ed in particolare delle asana è stabilità nel benessere, qui c'è una implicazione profonda che interessa una qualità di ordine fisico energetico e mentale infatti l'asana è una dimensione che riguarda l’intero essere.

A livello fisico significa fermarsi e riguardare la propria stabilità e quindi l’equilibrio, lo scopo non è copiare una posizione, ma ricercare la posizione a noi più confortevole, che sarà quella in cui il corpo diventerà silenzioso perché sta bene non protesta anzi è felice di rimanere lì anche per molto tempo. La stabilità riguarda anche la mia capacità di abbandono che è la concreta realizzazione del fermarsi. Non è importante la postura in sé, ma la qualità che esprimo nella postura.

L'obbiettivo dello yoga e dell'asana è quindi quello di portare il copro alla perfetta immobilità ed equilibrio, comodità e piacevolezza, e una volta sciolta la tensione attraverso l'abbandono e la controllata respirazione, fare il vuoto e il silenzio interiore.

Con le asana vengono attuate tecniche di respirazione definite pranayama, che sono fondamentali per calmare e portare nel giusto equilibrio corpo e spirito; l'insieme delle pratiche corporee e respiratorie mettono corpo e mente nelle giuste condizioni per assumere un atteggiamento meditativo, attraverso il quale la persona può raggiungere un equilibrio tra gli opposti e una piena consapevolezza del proprio sé tornando in armonia con la natura circostante.